Ecco il nostro tour in Florida a misura di bambino, tra alligatori, uccelli acquatici, spiagge bianchissime e attrazioni per tutta la famiglia.
Un viaggio in Florida a misura di bambino? Si può fare, eccome, anzi il Sunshine State si presta particolarmente al turismo con i più piccoli, non solo per il clima, ma anche per la facilità con la lingua, per la varietà di tradizioni culinarie che propone e per le mille attrazioni che sanno lasciare a bocca aperta i bambini.
E allora eccomi a raccontare la mia seconda volta in Florida, questa volta con il mio compagno e nostro figlio di 7 anni, grazie a un tour che non ha mancato di appassionare anche noi genitori.
Premessa: Miami e le Keys le avevamo già viste qualche anno fa. Pertanto per questo ritorno nel Sunshine State a fine marzo, abbiamo previsto altri itinerari che fossero comunque compatibili con gli interessi di un bambino. Risultato: un viaggio che si è rivelato un incastro perfetto tra il mio desiderio di vedere alcune delle spiagge più belle del Golfo del Messico, la voglia di Ludovico di provare attrazioni pazzesche e quella del suo papà di godersi la natura selvaggia delle paludi e magari incrociare qualche animale a rischio di estinzione.
1° giorno: Miami
Definirlo “primo giorno” è forse troppo: in realtà siamo arrivati a Miami nel pomeriggio, giusto in tempo per noleggiare l’auto, prendere possesso dell’appartamento a Coral Gables che avevamo prenotato tramite Tripadvisor (azzeccatissimo per la posizione e le nostre esigenze, ecco la mia recensione), fare un minimo di spesa al supermercato, una bella doccia e uscire a cena, con Ludovico stremato, ma una gran voglia di assaggiare le famose costine di maiale dello Swine Southern Table & Bar (2415 Ponce de Leon Blvd, Coral Gables), di cui avevamo letto bene su internet. E in effetti sono state ottime, in un ambiente molto carino che mi sento di consigliare.
2° giorno: Tamiami Trail, Everglades (Coopertown e Shark Valley)
Tamiami-Everglades-Coopertown: un coccodrillo disteso al sole
Da Miami Coral Gables in in pochi minuti di auto abbiamo imboccato il Tamiami Trail, ossia la US 41 che taglia orizzontalmente il territorio delle Everglades e collega la costa est che si affaccia sul Golfo del Messico a quella ovest lambita dall’Oceano Atlantico.
In un viaggio in Florida a misura di bambino non può certo mancare l’esperienza di un giro in airboat! La prima attività di giornata è stata proprio una divertente mini escursione su una di queste imbarcazioni particolari nel territorio delle Everglades. La scelta è caduta su Coopertown (22700 SW 8th St, Miami), non solo perché il primo incrociato lungo il Tamiami Trail, ma anche perché uno dei 3 soli tour in airboat autorizzati dal Parco Nazionale delle Everglades, che per lo meno sulla carta dovrebbe garantire un maggior rispetto della flora e fauna locali, diversamente dalla miriade di tour “incontrollati” che sorgono lungo la US 41.
Tamiami-Everglades-Coopertown: il docile “serpentello” di casa
Durante l’uscita abbiamo visto molti alligatori, tartarughe e uccelli selvatici, nonché diverse specie di piante tipiche del “mare d’erba” delle Everglades. Dulcis in fundo, abbiamo anche accarezzato un serpente!
Miccosukkee Village
Da Coopertown ci siamo poi spostati allo Shark Valley Visitor Center, uno degli accessi ufficiali al Parco Nazionale delle Everglades, per un assaggio di cultura Miccosukkee.
Chi sono i Mikkosukkee? Sono gli indiani nativi della Florida, e proprio in corrispondenza dell’ingresso di Shark Valley, in territorio che è una riserva indiana, è stata realizzata la ricostruzione di un loro tipico villaggio, che ne mostra tradizioni e stili di vita, con rappresentazioni di usi e costumi, cucina tipica, lavorazioni artigianali e l’immancabile spettacolo – per nulla cruento, va detto – con gli alligatori: tutto molto turistico, ma comunque interessante, sia per gli adulti che per i bambini.
Florida a misura di bambino: alligatori… ovunque!!!
Di fronte al villaggio indiano, con tavolini all’aperto sull’argine del corso d’acqua che si snoda lungo tutto il Tamiami Trail, c’è anche un ristorante gestito dagli indiani Miccosukkee. I prezzi sono abbastanza contenuti, le porzioni generose. Tra le pietanze proposte, la carne di alligatore e delle ottime, enormi, rane fritte.
Tamiami-Everglades-Shark Valley: uccelli dalle piume rosa
La terza e ultima attività di giornata, ci ha infine portati a immergerci nella natura (ex) incontaminata delle paludi, degli hammock, delle distese di mangrovie delle Everglades, a bordo di una comoda navetta (“tram”) che, durante 24 km di visita guidata, ci ha permesso di avvistare alligatori a non finire, una varietà incredibile di volatili e di conoscere la tipicità del territorio del “river of grass”, con il suo attuale fragilissimo equilibrio. A metà del percorso si può scendere per raggiungere a piedi una torre di osservazione che, sebbene orrenda dal punto di vista estetico, permette di ammirare lo sconfinato panorama delle Everglades.
La giornata si è conclusa con una foto davanti al minuscolo ufficio postale di Ochopee, lungo il Tamiami Trail, e l’arrivo ad Everglades City, una tranquillissima e anonima cittadina sulla Gulf Coast, regno – insieme alla vicina Chokoloskee – di pescatori, amanti della canoa e delle gite in barca alla scoperta della meravigliosa porzione dell’Everglades National Park che si tuffa nell’Oceano.
Un consiglio per la cena: andarci presto! Ad Everglades City le cucine chiudono i battenti al massimo alle 21, per non dire alle 18. Noi ci siamo rivolti senza indugio al Camellia St. Grill, un posto davvero particolare e molto alla mano dove mangiare pesce tipico della zona. A parte per qualche fastidioso mosquito, ne siamo rimasti molto soddisfatti. Così come non è stato male il B&B in cui abbiamo pernottato, Ivey House (107 Camellia St), anche se forse un po’ troppo caro per quel che offre.
3° giorno: Gulf Coast, Marco Island e Naples
La giornata è cominciata con un avvincente tour in barca attraverso le Ten Thousand Island, dedicato all’avvistamento di manati, delfini, squali e tartarughe marine tra le miriadi di isolette che popolano questa parte della costa sud-ovest della Florida incredibilmente ricca di fauna. In realtà ci siamo imbattuti soltanto in qualche coppia di delfini, ma al nostro piccolo Ludovico è bastato per impazzire di gioia.
Florida a misura di bambino: Tigertail’s Beach-Marco Island
La più sviluppata e la più grande delle Ten Thousand Islands è Marco Island, ed è lì che ci siamo diretti in macchina per fare il bagno su una spiaggia a dir poco incredibile: Tigertail Beach (490 Hernando Dr).
Perché incredibile? Primo, perché per raggiungerla bisogna guadare una piccola laguna posizionata esattamente tra il parcheggio e la spiaggia, il che è già molto divertente. Secondo, perché il bianco della sabbia che sfuma nel mare cristallino è accecante. Bella, bella, bella.
Marco Island
Marco Island è un’isola popolata da americani molto, molto ricchi. Guardare per credere: le case, la manutenzione del verde, l’ordine per le strade, lo sfarzo degli hotel e dei condomini sul lungomare.
In mezzo a questa perfezione è stato carino fare un salto all’Esplanade Shoppes (760 N Collier Blvd), un complesso sulla Smokehouse Bay con negozi, ristoranti, residenze, fiori, fontane e una bella marina. Per pranzo abbiamo scelto il Mangos Dockside Bistro, con vista sul porticciolo e piatti per niente male della cucina americana.
Tramonto visto dal Naples Pier
Naples City Dock
Naples Bayfront Place
Dall’eleganza di Marco Island al lusso di Naples, terza tappa di giornata, il passo è stato breve. Naples è una località raffinatissima e ricchissima, che ad ogni angolo sfoggia case e auto lussuose, abitanti in là con gli anni e turisti vestiti in modo impeccabile.
La sua via principale, la Fifth Avenue, nel suo tratto tra 9th St S/US 41 e W Lake Dr è un vero paradiso dello shopping. Ma il suo fascino sta altrove: sta nella vecchia marina (City Dock), nell’Historic District con gli edifici degli anni Venti dai toni pastello e i viali di palme, nei negozietti e ristoranti della Third St S, in particolare tra Broad Ave S e 14th St S, nel Pier (molo storico in fondo alla 12th Ave S), nell’ampia spiaggia cittadina adiacente (12th Ave S @ Gulf Shore Blvd), affollata di giovani e famiglie anche dopo il tramonto, e per finire nella lussuosa Bayfront Place, con le sue case colorate ispirate all’architettuta europea che si affacciano sull’acqua di Naples Bay in fondo alla Fifth Avenue S.
A Naples per mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma a caro prezzo. Per non spendere una fortuna noi abbiamo scelto Brooks Gourmet Burgers & Dogs (330 9th St S). E’ un localino piccolo leggermente fuori dal circuito turistico che, anche se visto dall’esterno non ispira gran fiducia, in realtà propone hamburger da mille e una notte.
Anche per dormire è molto probabile dover chiedere un mutuo in banca. Ma non mancano nemmeno le sistemazioni più alla mano, come quella per cui abbiamo optato noi: Naples Park Central Hotel (40 9th St N).
4° giorno: spiagge a nord di Naples e rientro a Miami
Il programma della giornata parlava chiaro: spiagge, spiagge e ancora spiagge. Tra le più belle del Golfo del Messico, avevo letto. E per questo volevo vederle a tutti i costi. Del resto, nel nostro viaggio in Florida a misura di bambino avrebbero appassionato anche Ludovico, che è un provetto nuotatore!
Delnor Wiggins Pass State Park-Naples
La mattinata è partita benissimo, con una sosta in due luoghi stupendi appena a nord di Naples: il Delnor-Wiggins Pass State Park, e soprattutto Barefoot Beach Preserve a Bonita Springs, ancora un pochino più a nord in direzione Fort Myers, che è stata votata la seconda spiaggia più bella degli USA.
Barefoot Beach Preserve-Bonita Springs
Entrambe di sabbia bianca, ricoperte di conchiglie e poco affollate, si estendono a perdita d’occhio da Nord a Sud in un ambiente che le autorità sono riuscite a preservare dall’edilizia selvaggia. Qui infatti, a differenza che nella costa atlantica della Florida, non ci sono palazzoni da 50 piani a guastare il panorama, ma al massimo qualche casetta bassa con vista sull’Oceano.
Arrivare a Barefoot Beach Preserve è già di per sé uno spettacolo, perché bisogna passare attraverso un viale costeggiato da palme che attraversa una comunità residenziale fatta di condomini per multi milionari: lusso e perfezione allo stato puro.
Le tappe successive avrebbero dovuto portarci fino alle spiagge di Estero Island, in particolare Fort Myers Beach dalla sabbia setosa, bianca come neve, e ben oltre fino a Bowman’s Beach a Sanibel, una spiaggia composta tutta da conchiglie che si trova su un’isola collegata alla terraferma da un lungo ponte. Purtroppo un’interminabile coda di macchine non ci ha consentito di arrivare a destinazione.
Amareggiati, nel primo pomeriggio siamo ripartiti alla volta di Miami; ad attenderci, la sera, la partita NBA alla American Airlines Arena per la sfida di LeBron James contro gli ex compagni di squadra, nonché padroni di casa, dei Miami Heat.
Quella sera a Miami abbiamo dormito all’Habitat Residence Condo Hotel (1700 SW 2nd Ave) nell’area di Brickell: una sistemazione perfetta più che altro per la vicinanza ai mezzi pubblici di Downtown, in particolare alla metro sopraelevata Metromover, che in poche fermate ci ha portato al palazzetto per la partita dell’NBA. Sapendo che muoversi senza macchina a Miami può essere un incubo, avere un mezzo pubblico vicino (e per di più gratuito) si è rivelato una mossa vincente!
5° giorno: Canaveral National Seashore
Con Ludovico ancora su di giri per la sera precedente (vedere una partita dell’NBA per un bambino può essere un’esperienza indimenticabile), in mattinata siamo partiti alla volta di Cape Canaveral, per un’altra giornata di spiagge e natura.
Dapprima ci siamo fermati per un pranzo a base di gamberi di tutte le varietà e dimensioni all’ottimo Dixie Crossroads di Titusville (1475 Garden St), un posto che ci è piaciuto da matti.
Florida a misura di bambino: Black Point Wildlife Drive
Poi ci siamo spostati su Merrit Island per un piccolo tour in macchina del Black Point Wildlife Drive, una riserva naturale dove ammirare gli immancabili uccelli della Florida, decine di alligatori fermi a crogiolarsi al sole e, con molta fortuna, anche qualche specie animale di più difficile avvistamento, dai serpenti alle linci.
Percorrendo l’Haulover Canal per arrivare fino a New Smyrna Beach, e da lì ridiscendere lungo la Canaveral National Seashore, ci siamo poi fermati qualche minuto a cercare di avvistare i manati, mammiferi acquatici tipici della Florida. C’erano, evviva!
Apollo Beach-Canaveral National Seashore
Terza tappa di giornata, Apollo Beach.
A differenza che nella costa Ovest, in questa parte di Atlantico niente sabbia bianca e placide acque cristalline, ma vento, onde e tanta natura selvaggia, distribuita tra la lingua di terra della “barrier island” e la Mosquito Lagoon subito alle sue spalle. Davvero molto affascinante.
In serata siamo infine giunti a Orlando, dove abbiamo pernottato al dozzinale, ma comunque dignitoso, Rosen Inn International (7600 International Dr).
6° giorno: Orlando: Universal Volcano Bay
Nel nostro viaggio in Florida a misura di bambino non poteva certo mancare un’immersione nel magico mondo dei parchi a tema di Orlando! Avendo a disposizione solo una giornata e finanze contenute, abbiamo optato per il nuovo parco acquatico della Universal con i suoi scivoli fantastici e le discese adrenaliniche: Volcano Bay. E’ stata una giornata di divertimento per tutta la famiglia!
Florida a misura di bambino: le luci dello Universal City Walk
La gita a Orlando si è conclusa con una piacevole cena al City Walk (6000 Universal Blvd), la zona dei ristoranti e locali della Universal, accessibile a tutti anche senza biglietto d’ingresso ai parchi, che è un tripudio di musica, luci e colori.
A Orlando non c’è stato tempo di vedere la città. Da uno sguardo veloce sulla pur “rinomata” International Drive, non ci è però sembrata promettere nulla di particolarmente bello.
7° giorno: Cape Canaveral
Kennedy Space Center-Cape Canaveral: Rocket Garden
Dopo una mattinata di shopping a Orlando Premium Oulets di International Drive siamo partiti alla volta della vicina Cape Canaveral su Merrit Island.
La meta principale della giornata è stata la visita del John F. Kennedy Space Center, la struttura per il lancio di veicoli spaziali della NASA, comprese tutte le navicelle della serie Shuttle. Avevo qualche remora sul posto e su quello che avremmo visto – pensavo alla classica “americanata” – ma in realtà si è rivelata un’esperienza entusiasmante per tutti noi.
Kennedy Space Center-Cape Canaveral: Apollo/Saturn V Center
Una navetta ci ha portati alla scoperta di ogni angolo della sede spaziale, nonché dell’hangar dove a far bella mostra di sé, dopo aver solcato lo spazio per oltre 200 milioni di chilometri, non c’è niente popodimeno che lo Shuttle Atlantis.
Kennedy Space Center-Cape Canaveral: ecco il mitico Shuttle Atlantis!
Stremati dall’intenso pomeriggio di visita (che comunque non è sufficiente per gustarsi tutte le attrazioni), ci siamo diretti a Cocoa Beach per cenare al simpatico Slow and Low Barbecue (306 N Orlando Ave) e pernottare presso il discreto Comfort Inn & Suites (Port Canaveral Area, 3901 N Atlantic Ave), scelto perché vicinissimo alla vera attrazione della zona: un negozio… pazzesco!
8° giorno: Cocoa Beach, Vero Beach e Fort Lauderdale
Ron Jon, negozio leggendario di Cocoa Beach
Da vedere a Cocoa Beach non c’è molto, se non l’immensa spiaggia, considerata una mecca americana del surf (non a caso Kelly Slater è nato qui), il Cocoa Beach Pier (401 Meade Ave), ovvero un lungo molo dalla struttura in legno, su cui sorgono bar e ristoranti con vista sui surfer che affrontano le onde dell’Atlantico, e un emporio dedicato agli amanti dell’oceano che definire negozio è semplicemente eufemistico: Ron Jon è una vera e propria istituzione, aperta 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, dove è possibile trovare tutto l’occorrente per il surf e la vita da spiaggia.
Purtroppo, data l’assenza di onde e il tempo così così, durante il nostro breve soggiorno a Cocoa Beach non c’è stata occasione di vedere molti surfer in azione né sul tratto di spiaggia adiacente il molo né nello spot sulla carta più impegnativo, ovvero davanti alla base militare Patrick più a Sud verso Vero Beach.
Con un po’ di rammarico per l’occasione persa, dopo un pranzo veloce e per nulla memorabile al The Sunrise Diner (365 W Cocoa Beach Cswy), ci siamo allora diretti a Vero Beach per fare il bagno e tirare poi dritto fin giù a Fort Lauderdale, ultima tappa del nostro viaggio in Florida.
Arrivati a Fort Lauderdale ci siamo subito buttati nella bolgia del lungomare della spiaggia centrale e lí abbiamo passato una divertente serata a ritmo di musica dal vivo nel locale vista oceano Lulu’s Bait Shack (17 S Fort Lauderdale Beach Blvd). Abbiamo poi passato la nostra ultima notte a stelle e strisce in un appartamento veramente carino con tanto di piscina, ma ad un prezzo onesto, al 1411 di Bayview Dr.
9° giorno: Fort Lauderdale
Fort Lauderdale, Riverwalk
Fort Lauderdale, le case sui canali
Fort Lauderdale Beach
Dopo una gustosa colazione in una boulangerie francese su E Sunrise Blvd, ci siamo imbarcati con grande entusiasmo sul water taxi per una visita via mare ai canali di Fort Lauderdale. Il sistema dei water taxi è quello classico per cui prendi la direzione che più ti interessa e scendi e risali a tutte le fermate che desideri lungo il percorso. Per noi che avevamo solo poche ore per vedere la città è stata una scelta decisamente comoda.
Grazie al water taxi abbiamo potuto assaporare la bellezza mozzafiato di questa ricca città della Florida, e in particolare:
- Il tortuoso Riverwalk che corre lungo i lati nord e sud del fiume New River, dai negozi di E Las Olas Blvd fino al complesso del Center for the Performing Arts
- La via dello shopping di lusso e dei ristoranti E Las Olas Blvd, che si estende per 2 km fino al mare (per un pranzo o uno spuntino consiglio l’italiano Gran Forno al civico 1235: i panini e i piatti pronti sono buoni)
- La zona dei canali lungo i quali si affacciano lussuose case (Millionaires Row)
- L’immensa spiaggia, con il suo lungomare da percorrere a piedi o in bicicletta, e la parte di spiaggia più a sud rispetto a quella centrale, ovvero South Beach, con il suo “beach park” pieno di attività (si può raggiungere dal 1100 di Seabreeze Blvd, vicino al porticciolo)
E così siamo arrivati alla fine. Anche questa esperienza è andata. Non ci resta che conservarne il bel ricordo e metterci al lavoro per pianificare subito un nuovo tour. Ancora un altro viaggio in Florida a misura di bambino? Perché no! Destinazione, la zona del Panhandle. Stay tuned! 🙂