A Weeki Wachee in Florida le sirene esistono davvero

Weeki Wachee: la casa delle sirene in Florida

A Weeki Wachee Springs, lo spettacolo subacqueo delle sirene è quanto di più originale e memorabile si possa vedere in Florida. In scena dal 1947, per la gioia di grandi e piccini.

Le sirene esistono davvero? A Weeki Wachee Springs sì, e sono pronte a farsi ammirare quotidianamente da oltre 70 anni! Noi abbiamo potuto farlo durante il nostro ultimo giro in Florida sul Golfo del Messico.

Cos'è e dove si trova Weeki Wachee Springs, la casa delle sirene in Florida

Il Weeki Wachee Springs State Park è uno dei parchi naturali che si incontrano nella Nature Coast lungo la US 19 a nord di St. Petersburg e Clearwater. Questo parco, fuori dai classici circuiti turistici per noi italiani (un po’ come il Panhandle), è un tesoro nazionale da non perdere per almeno due motivi: fa da cornice alla sorgente del fiume Weeki Wachee, che si snoda per 12 miglia fino al Golfo del Messico, ma è soprattutto il teatro in cui un gruppo di sirene, fin dal 1947, mette in scena uno spettacolo subacqueo capace di catturare l’immaginazione delle persone di tutte le età. Sedersi nella struttura sommersa e vedere all’opera le mermaids nella rappresentazione di un classico come la Sirenetta ti lascia il sapore di un ritorno al passato, alle radici della Florida.

La sorgente più profonda degli Stati Uniti

Il nome Weeki Wachee, coniato dagli indiani Seminole, significa “piccola sorgente”. Piccola, sì, ma profondissima. Nel 2007, gli esploratori hanno scoperto nuovi passaggi e confermato Weeki Wachee come il sistema di grotte d’acqua dolce più profondo degli Stati Uniti. Si dice addirittura che il fondo non sia mai stato individuato. Dalle caverne sotterranee, ogni giorno sgorgano quasi 450 milioni di litri di acqua limpida e fresca, che si riversano nel fiume generando forti correnti.

Il Weeki Wachee Springs State Park è bellissimo e si può esplorare con tour in barca, canoa, kayak o facendo snorkeling nelle sue acque cristalline. Al suo interno c’è anche un piccolo parco acquatico, Buccaneer Bay, dove fare il bagno al riparo delle correnti, prendere il sole sulla spiaggetta artificiale e divertirsi sugli scivoli d’acqua aperti nei weekend. Ma la vera attrazione di questo luogo è lo spettacolo subacqueo delle sirene.

La storia di Weeki Wachee Springs e delle sue sirene

Quella delle sirene di Weeke Wachee è una storia d’altri tempi…

La storia delle sirene di Weeki Wachee

Foto tratta dal sito weekiwachee.com

L’idea di mettere in scena uno spettacolo con protagoniste delle belle ragazze in costume da bagno e una coda al posto delle gambe, fu di un tal Newton Perry, ex ufficiale della Marina degli Stati Uniti, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Egli inventò un metodo per respirare sott’acqua attraverso un tubo dell’aria a flusso libero che forniva ossigeno da un compressore, anziché da un serbatoio o una bombola legata alla schiena. Poi ingaggiò delle ragazze del luogo particolarmente carine e le addestrò a nuotare respirando attraverso questi tubi, al tempo stesso sorridendo e facendo balletti acquatici sincronizzati. Infine, fece costruire un minuscolo teatro subacqueo con 18 posti a sedere.

Il 13 ottobre 1947 si tenne il primo spettacolo. In effetti non fu un grande successo, anche perché, a quei tempi, in una cittadina tanto piccola e “fuori dal mondo” come questa giravano davvero poche auto. Ecco allora che, quando le ragazze sentivano arrivare una macchina sulla US19, cominciavano a correre in strada in costume da bagno per invitare gli automobilisti ad entrare nel parcheggio, proprio come le sirene dell’antica tradizione attiravano i marinai verso di loro. E poi si esibivano nello show. Di lì a pochi anni, Weeki Wachee si trasformò in una delle tappe turistiche più popolari della Florida.

Il periodo di massimo splendore iniziò nel 1959, quando l’ABC, l’American Broadcasting Co., rilevò l’attrazione. Venne costruito l’attuale teatro, che può ospitare 400 persone ed è collocato su un lato della sorgente a circa 5 metri sotto la superficie, e gli spettacoli portati in scena divennero sempre più elaborati: furono proposti non solo musical e pezzi classici, ma anche partite di calcio e picnic sott’acqua!

Negli anni ’60, le sirene arrivavano ad esibirsi anche otto volte al giorno davanti a mezzo milione di persone all’anno, incluse celebrità come Elvis Presley ed Esther Williams. Per realizzare il sogno di diventare sirene, le ragazze arrivavano nella remota Weeki Wachee persino da Tokyo. E poi, quando si muovevano in giro per la Florida, venivano trattate ovunque come regine.

Le sirene di Weeki Wachee Springs oggi

Le sirene e gli altri atleti dello show ancora oggi volteggiano sinuosamente e danzano all’unisono sotto la superficie, per 45 minuti a spettacolo, con i loro tubi dell’aria e le gambe bloccate nella coda, tra i gorgoglii dell’acqua e contro forti correnti. Un’impresa durissima, che richiede un allenamento altrettanto duro.

In acqua è la quantità di ossigeno nei polmoni ad influenzare i movimenti, la posizione e l’esecuzione dei trick. Quando espirano, il corpo va a fondo. Quando inspirano, il corpo risale e può ruotare su se stesso. Ma non c’è solo la difficoltà della respirazione: perché nel frattempo le performers devono ricordare la coreografia, mantenere il viso rilassato, sorridere, cantare le canzoni, essere consapevoli di dove sono le altre colleghe in acqua e mantenere un tempismo perfetto.

Lo spettatore non riesce a percepire la fatica, ma semplicemente tutta la libertà di queste ragazze nell’assenza di peso. La piacevole sensazione dell’acqua sul loro corpo. La calma. La riverenza verso la sorgente in cui nuotano, che rasenta lo spirituale. E’ come se, nonostante la visione offuscata, in quel momento si trovassero nel paradiso in terra. E’ questa, probabilmente, la magia di Weeki Wachee che, attraverso la danza delle sirene, rimane appiccicata addosso allo spettatore.
Del resto, il lavoro della sirena è come un sogno che non può essere dimenticato. “Una volta che diventi una sirena – recita il loro motto – lo rimarrai per sempre…”

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