La mia terza volta in Florida: un piacevole giro in macchina lontano dal turismo di massa, sulla costa del Golfo del Messico da Fort Myers a Pensacola.
Avendo già visto in occasione di precedenti viaggi in Florida buona parte della East Coast, a partire da Miami, nonché le Everglades e le Keys, per la mia terza volta nel Sunshine State la scelta dell’itinerario in macchina è caduta sulla costa occidentale affacciata sul Golfo del Messico e sulla parte probabilmente meno battuta dal turismo di massa: il Panhandle.
Questo viaggio, che mi lasciava alcune perplessità non avendo trovato particolari testimonianze da parte di altri italiani, si è rivelato molto piacevole per tutta la famiglia, compresi i nostri figli che hanno potuto apprezzare diverse attrazioni su misura per i bambini.
Il nostro giro in macchina della Florida lungo la costa del Golfo del Messico è partito da Fort Myers, purtroppo ancora alle prese con la ricostruzione post uragano Ian del settembre 2022, ed è proseguito risalendo verso Nord lungo tutta la West Coast, per poi concludersi quasi al confine con l’Alabama nella cittadina di Pensacola.
Durante questo tour di 14 giorni abbiamo fatto soprattutto vita di mare, facendo il bagno nelle acque limpide del Golfo del Messico e stendendoci al sole su spiagge bianche come zucchero, ma non sono mancate le visite culturali e momenti di svago molto curiosi e originali.
Ecco dunque, giorno per giorno, le tappe di questo nostro giro della costa della Florida fuori dall’ordinario.
1° giorno
Fort Myers
Nella “city of palms”, l’attrazione principale sono le residenze invernali appartenute a due personaggi storici e grandi amici, Thomas Edison ed Henry Ford. Le proprietà Edison e Ford di Fort Myers risalgono al 1885, quando Thomas Edison visitò per la prima volta il sud-ovest della Florida e acquistò il terreno per costruire la sua casa per le vacanze.
Nel complesso si tratta di due vicine e bellissime tenute in stile coloniale, in cui si può girare per i giardini affacciati sul mare con piante particolarissime, osservare gli interni delle case, perfettamente conservati con tutti gli arredi originali, ripercorrere la storia attraverso le invenzioni dei due giganti dell’industria del XX secolo e ammirare il loro grande laboratorio.
Sarasota: Siesta Key
Siesta Public Beach a Siesta Key, una delle Barrier Islands di fronte a Sarasota, è una spiaggia sbalorditiva, soprattutto il particolare tipo di sabbia, setosa e fredda al tatto, che scricchiola sotto i piedi perché composta al 99% da quarzo ed è bianca come neve. Siesta Key merita una sosta anche per la vivacità del Village (5199-5155, County Rd 789 Alt, Siesta Key), dove c’è vita fino a tarda notte nei locali all’aperto.
2° giorno
Myakka River State Park
E’ uno dei più grandi e più antichi parchi della Florida. Purtroppo al nostro arrivo, nonostante fossero trascorsi già 7 mesi dal passaggio dell’uragano Ian, gran parte dell’oasi naturalistica era ancora inagibile, con alberi distrutti e sentieri impercorribili. Perciò ci siamo dovuti limitare a gironzolare in macchina lungo le strade principali, senza poterci addentrare nella natura selvatica e accontentandoci di vedere da vicino qualche alligatore. Peccato perché il Myakka River State Park ospita davvero una vastissima fauna selvatica e offre la possibilità di percorrere il suo fiume in un percorso di un’ora in barca oppure di scovare i suoi “abitanti” comodamente seduti su un trenino turistico. La caratteristica di questo parco è il Canopy Walkway, cioè il sentiero sospeso che corre tra gli alberi e permette un’ottima osservazione del panorama dall’alto.
Sarasota: Downtown
Il centro di questa cittadina piuttosto elegante e interessante dal punto di vista culturale e architettonico, merita senz’altro una passeggiata. Le sue vie principali sono caratterizzate dalla presenza di teatri e bei negozi. Da vedere anche il porticciolo e la statua Statua Unconditional Surrender all’ingresso di Bayfront Park, che riproduce la celebre foto scattata nel 1945 al marinaio che baciò la crocerossina a Times Square, durante il festeggiamento per la fine della II Guerra mondiale.
3° giorno
Sarasota: The Ringling
Ecco una delle attrazioni più interessanti di tutta la vacanza: il Ringling, cioè il gigantesco complesso della famiglia circense che nella prima metà del ‘900 da queste parti vide nascere e proliferare le sue fortune e rese famosa Sarasota. Il Ringling include il John & Marble Ringling Museum of Art, l’Asolo Theater e la magnifica Cà D’ Zan, cioè la residenza del magnate visitabile all’interno, immersa negli ampi giardini, dove abbondano le statue in stile classico, la più celebre delle quali è la riproduzione in bronzo del David di Michelangelo.
C’è poi il Circus Museum, dove è possibile vedere abiti di scena e locandine, ma anche i cannoni lancia-persone, i carri da parata e le macchine utilizzate dai clown nelle proprie esibizioni.
Il vero pezzo forte del museo del circo è però l’Howard Bros. Circus Model, cioè la riproduzione in miniatura realizzata da Howard Tibbals e composta da 44.000 pezzi, che riproduce gli show realizzati tra il 1919 e il 1938 dal Ringling Bros. insieme al Barnum & Bailey Circus. Se vi state chiedendo quante persone abbiano lavorato alla realizzazione dell’Howard Bros. Circus Model, sappiate che Tibbals ha fatto tutto da solo, impiegando 50 anni per completare la sua incredibile opera!
Sarasota: St. Armands Circle e Lido Key
St. Armands Circle è una piazzetta rotonda situata appena prima dell’imbocco di Lido Key, piena di ristoranti e negozietti. Consigliatissima una sosta per pranzo, come nel nostro caso, o per cena. Lido Key è invece un’altra delle isole di fronte a Sarasota, caratterizzata da una spiaggia bianca e soffice come borotalco, forse un po’ meno turistica di Siesta Key, ma sempre molto bella.
4° giorno
Sarasota: Barrier Islands fino a Santa Maria Island
Di fronte a Sarasota valgono senz’altro una sosta le spiagge di Beer Can Island a Longboat Key e Coaquina Beach nella parte sud di Anna Maria Island. Ad Anna Maria Island vale la pena fare una passeggiata sul pontile in legno risalente agli anni ’50, l’A.M.I. City Pier.
Tampa: Downtown
Arrivare a Tampa passando sull’avveniristico Sunshine Skyway Bridge, lungo sette chilometri, è già una bella emozione. Accanto al ponte si vede ancora la costruzione originaria che nel 1980 crollò a causa di una nave che urtò un pilone durante un violento temporale.
Una volta arrivati a Tampa c’è molto da vedere. Noi, che avevamo a disposizione veramente poco tempo, ci siamo limitati a fare una passeggiata fuori da downtown nella bella zona commerciale all’aperto Hyde Park Village nel quartiere storico Hyde Park, uno dei più cool di Tampa. Poi, per arrivare in centro ammirando la baia, abbiamo percorso in macchina un tratto del Bayshore Boulevard, con le eleganti ville d’epoca affacciate sul mare. Un ininterrotto sidewalk permette anche di percorrerlo a piedi, in bici e persino di fare jogging.
Ci siamo infine diretti sul Riverwalk, il vero cuore pulsante della città: si tratta della passeggiata lunga 2 miglia e mezzo lungo il fiume Hillsborough River che attraversa Tampa. Durante il percorso a piedi o in bici è possibile osservare monumenti e opere d’arte, nonché incontrare sul proprio cammino molti parchi, di cui il più grande è Curtis Hixon Park, che spesso ospita attrazioni e concerti. Per i bambini belli Cotanchobee Fort Brooke Park e Water Works Park.
Vicinissimo a quest’ultimo non perdere Armature Works, una location industrial style piena di ristoranti all’interno: una bella soluzione per fermarsi a cena, bere un drink e, perché no, fare due salti nel disco-bar al piano superiore.
5° giorno
Tampa: Adventure Island
Giornata trascorsa al parco acquatico Adventure Island. Le recensioni non erano eccezionali, eppure noi ci siamo trovati benissimo. Il tempo è trascorso veloce tra uno scivolo e l’altro, con attrazioni adatte a tutti i gusti e tutte le età, dalla più adrenalinica alla più tranquilla. C’era pochissima gente e ce la siamo goduta alla grande, sia noi adulti che i bambini!
Tampa: Ybor City
Per una buona a cena a Tampa consiglio il ristorante Shrimps & Co. a Ybor City, dove mangiare specialità di mare veramente gustose. Ybor City è il quartiere storico abitato da immigrati cubani, fondato nel 1880 come centro di produzione di sigari, oggi rivalutato come quartiere dell’intrattenimento e della vita notturna. Molti edifici storici sono stati riconvertiti in locali serali, ma ancora oggi, lungo la E 7th Avenue è possibile respirare la tipica atmosfera del sud.
6° giorno
Clearwater Beach
E’ considerata una delle spiagge più belle del mondo. E probabilmente lo è davvero! Uno dei punti di riferimento è il Pier 60, il molo che si allunga nelle acque del Golfo del Messico al termine della State Road 60, dove ogni sera al tramonto va in scena il Sunset at Pier 60, l’esibizione degli artisti di strada che si radunano al pontile per mettere in scena i propri spettacoli con il suggestivo scenario del tramonto sul mare.
Durante la nostra permanenza, sulla spiaggia era stato allestito il favoloso Sugar & Sand Festival, una mostra di opere d’arte costruite con la sabbia davvero incredibili.
7° giorno
Weeki Wachee Springs State Park
Ed ecco un altro dei pezzi forti del nostro giro della costa della Florida sul Golfo del Messico: un parco fuori dai classici circuiti turistici italiani, con una bella sorgente fluviale dalle acque cristalline, ma soprattutto il luogo in cui dal 1947 va in scena lo spettacolo subacqueo delle sirene di Weeki Wachee, visibile da un anfiteatro sommerso. A questa attrazione che ha affascinato tutta la famiglia, ho dedicato un intero post (clicca sul link qui sopra per leggerlo).
8° giorno
Apalachicola
Il Panhandle è la zona più “remota” della Florida, forse la meno conosciuta da noi italiani e probabilmente la più autentica. Cosa vedere nel Panhandle? Le località di villeggiatura molto sfruttate turisticamente, che si alternano a pittoresche cittadine dai ritmi lenti dettati dalla pesca. Apalachicola, situata proprio all’ingresso del Panhandle in un tratto di costa chiamato Forgotten Coast (il nome rende l’idea) si presenta come una placida comunità del Sud con un piacevole downtown e alcuni ristorantini, come il The Owl Tap Room in cui abbiamo cenato noi, dove vale la pena assaggiare le specialità locali: in primis, le ostriche di Apalachicola.
9° giorno
St. George Island
A una mezz’ora di macchina da Apalachicola, collegata da un lungo ponte, consiglio di visitare quest’isola dalle spiagge selvagge, le cui dune sono popolate da varie specie di uccelli. La parte più bella dell’isola è quella ad est, dove è situata la riserva naturale St. George Island State Park. Il mare non è invitante come a Tampa, Sarasota o Key West (diciamocela tutta, il colore grigio-marrone è veramente terribile), ma la spiaggia è affascinante per il contesto davvero poco turistico.
Per ammirare dall’alto la distesa di sabbia, consiglio di salire sul St. George Island Lighthouse, cioè il bel faro che sorge al centro dell’isola.
Una nota importante: lo stesso poco gradevole mare si trova anche nelle vicine Windmark Beach, St. Joe Beach e Mexico Beach, sulla terraferma. Bellissime le spiagge, ma peccato per il colore dell’acqua. Dal mio punto di vista, non vale la pena fermarsi.
Panama City Beach
E’ la più frequentata tra le città balneari della costa del Panhandle e per questo, come spesso accade nei luoghi molto sfruttati dal turismo, caratterizzata da alti palazzoni affacciati direttamente sull’oceano. La spiaggia è lunghissima, l’acqua azzurra e cristallina. La maggior parte dei giovani e della vita da spiaggia si concentra sul tratto di mare in prossimità del molo di legno Russell-Fields Pier, più comunemente conosciuto come City Pier. Subito di fronte al molo, attraversata la strada, si entra nel Pier Park: un luogo simpatico, perfetto per fare acquisti nei tanti negozi e andare a pranzo o a cena negli svariati ristoranti.
Qui ci sono diverse attrazioni per passare il tempo, soprattutto la Sky Wheel, cioè la grande ruota panoramica da cui si gode di una bella vista sulla cittadina e l’oceano, e lo Sky Trail, una sorta di “percorso avventura” intorno a una serie di ostacoli aerei.
A Panama City Beach l’offerta culinaria è molto vasta; noi per la nostra prima cena abbiamo puntato sullo Sharky’s Beachfront Restaurant, un ampio locale con posti a sedere sia all’interno che all’esterno, affacciato direttamente sulla spiaggia, con tanto di musica dal vivo e area giochi per i più piccoli. Per la cena del giorno seguente, invece, abbiamo gustato dell’ottima carne da Angelo’s Steak Pit: consigliato!
10° giorno
Panama City Beach
Mattinata dedicata alla vita di mare nel St. Andrews State Park, all’estremità più ad est del lungo litorale di Panama City Beach. Veramente un posto fantastico! Pomeriggio invece tutto per i bambini: prima al Just Jump, una palestra con tappeti elastici per saltare e divertirsi a più non posso, poi al Coconut Creek Family Fun Park, con due campi da minigolf da 18 buche e un grande labirinto all’aperto con tanto di piattaforme a disposizione dei genitori per osservare dall’alto l’azione.
Bello da visitare anche il WonderWorks, una stravagante opera architettonica sottosopra all’interno della quale il divertimento incontra la scienza.
11° giorno
Area di South Walton
Partendo da Panama City Beach verso ovest, percorrendo la Scenic Highway 30A, si incontrano 16 differenti località affacciate su spiagge bianchissime e mare strepitoso: non a caso ci troviamo nella cosiddetta Emerald Coast, la Costa Smeralda della Florida! Ognuna meriterebbe una sosta, ma per ovvi motivi di tempo non è possibile visitarle tutte. Noi ci siamo fermati ad Alys Beach, paesino molto ricco dall’architettura in stile moresco, a Seaside, resa celebre dal film The Truman Show, e a Grayton Beach, cittadina di mare dal sapore un po’ hippy.
Se vuoi sapere di più su questi luoghi, oltre a leggere il mio post sul Panhandle, ti invito a consultare il sito ufficiale dedicato alle belle località che si sviluppano lungo la strada 30A.
12° giorno
Destin
Cittadina simile a Panama City Beach, Harborwalk Village è il luogo più carino dove fare una passeggiata: si tratta di un complesso nei pressi dell’acqua con negozi, ristoranti, qualche attrazione per i bambini e punto di imbarco per le attività di kayak, pesca ed anche tour per incontrare i delfini.
Il mare a Destin è molto bello e per le spiagge non c’è che l’imbarazzo della scelta. Personalmente, consiglio Henderson Beach State Park con le sue dune e la fauna selvatica, James Lee County Park, dove l’acqua è bassa, dunque adatta per i bambini e Shores at Crystal Beach Park.
Okaloosa Island e Navarre Beach
Proseguendo da Destin verso ovest, vale la pena fermarsi a fare un bagno o guardare i ragazzi che fanno surf a Fort Walton Beach nella spiaggia di fronte al Boardwalk sull’isola di Okaloosa: si tratta di un piccolo complesso di negozietti e ristoranti frequentato da giovani. Meno vivace, ma non per questo meno bella, la località di Navarre Beach in Santa Rosa Island. Anche qui, una lunga distesa di sabbia bianca e acqua color smeraldo la fanno da padrona.
Gulf Islands National Seashore
La strada che da Navarre Beach porta a Pensacola Beach, e che attraversa il Gulf Islands National Seashore, è a dir poco incredibile. A meravigliare sono le dune ai due lati della strada e il bianco accecante della sabbia che, soffiata dal vento, arriva fin sull’asfalto.
13° giorno
Pensacola Beach
Anche qui una bella spiaggia vicina a un lungo molo che si addentra nel Golfo del Messico, da cui osservare l’infinità dell’oceano. E di fronte all’immenso parcheggio, al cui centro si erge l’iconica Pensacola Beach Ball Tower, i negozi e ristoranti del Pensacola Beach Boardwalk affacciato su Quietwater Beach, nel versante interno dell’isola. Nella parte più a ovest di Pensacola Beach si raggiunge il Fort Pickens Area of Gulf Island National Seashore, un piccolo Parco Nazionale che ospita nella sua parte più estrema il Forte Pickens, risalente al 1829.
Curiosità delle curiosità: a Pensacola Beach, precisamente al 1304 di Panferio Dr., si trova una casa prefabbricata a dir poco originale: si chiama Casa del Futuro (Futuro House), è stata costruita nel 1966 dall’architetto finlandese Matti Suuronen e ha resistito al passaggio di numerosi, devastanti uragani. Da dietro i vetri delle sue finestre ovali si possono intravedere piccole, inquietanti facce aliene. La Casa del Futuro misura circa 8 metri di diametro, è costruita prevalentemente in plastica e ha la forma di un UFO o disco volante; è collocata sul tetto di una struttura in cemento ed è raggiungibile attraverso una piccola rampa. Originariamente progettate come cabine da sci, tra gli anni ’60 e ’70 furono costruite circa 100 di queste queste casette. Quella di Pensacola Beach è una delle 60 che resistono ancora sparse in giro per il mondo.
14° giorno
Rientro in Italia
E così si conclude questo resoconto del nostro giro in Florida sulla costa del Golfo del Messico. Un bel viaggio, lontano dalla folla, che consiglio a chiunque voglia allontanarsi dai classici circuiti turistici per scoprire qualcosa di decisamente più vero e originale. Per me, ne vale sempre la pena!