Cosa fare in una settimana a Miami senza concentrarti solo sulla nightlife e la vita da spiaggia? Ce n’è per tutti i gusti.
Una settimana a Miami, intesa solo come Miami Downtown e Miami Beach, è probabilmente troppo, a meno che tu ci vada con gli agganci giusti e montagne di dollari nel portafoglio per fare vita notturna. Se invece ci vai da semplice turista, magari in coppia, con l’unica conoscenza di un vecchio amico che ora vive lì ma che di mondano ha ben poco… allora devi sapere che non c’è poi molto da vedere e da fare: a South Beach nei posti “che contano davvero” non ci puoi entrare, le feste esclusive non sai nemmeno dove si tengano e le ville dove vivono i milionari ti devi accontentare di vederle col binocolo.
Cosa ti resta? – ti chiederai. Beh, l’acqua cristallina dell’oceano (che non è poco!), un po’ di shopping (se il dollaro è basso te lo puoi permettere anche tu), il folclore di Ocean Drive e un’occhiata dall’esterno dei mille posti famosi e sfarzosi che hai visto nei film. Se poi vuoi spingerti a Downton, quindi a Miami città, oltre alla manciata di grattacieli di Brickell ti restano un paio di quartieri veramente top in cui gironzolare. Il problema è arrivarci, se non hai la macchina. L’altro problema è che si tratta di quartieri residenziali, seppur molto vip: e in una zona residenziale cosa c’è da vedere se non belle case e giardini curati? Niente, stop, a meno che non conosci qualcuno che ti inviti ad entrare nella sua magione, il che è decisamente improbabile.
Insomma, tutto questo per dire che, per un comune mortale, una settimana a Miami, solo lì, è un po’ sprecata. Diverso è il discorso se decidi di fare un tour anche nei “dintorni”; che so, Everglades, le Keys, Orlando, Fort Lauderdale ecc. Allora lì cambia tutto, e alla tua striminzita settimana devi aggiungerne almeno un’altra.
In una settimana noi siamo riusciti a fare solo Miami e le Keys, viste velocemente di passaggio sulla strada per Key West, dove abbiamo dormito una notte.
Voto da 1 a 10 al viaggio: 7. Miami non è New York, questo è sicuro, e non ha nulla di così caratteristico e storico come possono avere le nostre città europee (penso ad Amsterdam, a Berlino, a Barcellona, a Parigi ecc.) ma tutto sommato non è male.
Ecco il nostro itinerario nel dettaglio.
1° giorno - South Beach e Downtown Miami
Per me, una delle vere godurie dei viaggi negli USA sono le colazioni: quelle belle grasse, ricche, caloriche, insomma, quelle che per questioni di tempo e di salute non faresti mai a casa tua prima di andare al lavoro, per intenderci. Quelle con le uova cucinate in tutti i modi, con i pancakes, con lo sciroppo d’acero, il salmone, le marmellate di mille gusti ecc. Ecco, tutto questo lo abbiamo trovato, per il nostro debutto a Miami Beach, da 11th Street Diner, un posto e tipicamente americano con un breakfast da 10 e lode!
11th Street Diner
Dopo la colazione, pieni di sprint e di voglia di camminare, abbiamo deciso di passeggiare sulla bianchissima spiaggia di South Beach dall’altezza della 11th Street fino alla punta meridionale, soffermandoci a South Pointe Park.
Baywatch @ South Beach
Ancora qualche passo e ci siamo ritrovati alla Marina di Miami Beach, un porticciolo curato e ordinato come ci si aspetterebbe da un posto come Miami Beach, dove la ricchezza e il lusso pervadono (quasi) ogni angolo.
Miami Beach Marina
A quel punto abbiamo noleggiato le biciclette e abbiamo percorso la Promenade dall’altezza di 5th Street in direzione nord fino a 21st Street, e poi da lì in direzione sud lungo Collins Ave. fino all’incrocio con Espanola Way.
Espanola Way è una via molto particolare, anche se molto “artificiale” (come del resto molto qui a Miami), come suggerisce il nome le sue case hanno uno stile spagnoleggiante, domina il colore rosa e ci sono molti bar e ristorantini purtroppo super turistici: dove vedo il menu multilingue in bella vista all’ingresso del locale… io scappo! E qui quel menu lo si vede un po’ ovunque… Ad ogni modo, non essendo ora di cena ma semplicemente della merenda, ci siamo fermati a bere una birra nel giardinetto sul retro del piccolo Cafè A La Folìe, un po’ oltre la parte movimentata della via: un posticino tranquillo e decisamente carino.
Espanola Way, dettaglio di un interno
E dopo esserci reidratati, eccoci pronti per il vero spettacolo: l’NBA! Destinazione: Downtown Miami per il match Heat vs. Rockets all’American Airlines Arena. Prima di entrare in questo favoloso palazzetto abbiamo avuto modo di girovagare per il centro commerciale proprio lì accanto, il Bayside Marketplace, un tempio dello shopping ma anche un luogo piacevole in cui ingannare il tempo e godersi una bella vista sulla Marina e Biscayne Bay. Poi, dentro all’Arena a godersi lo show!
American Airlines Arena
Bayside Marketplace
Usciti dal palazzetto e atteso per un tempo interminabile un bus che ci riportasse a Miami Beach, siamo finalmente riusciti a rientrare a SoBe per incontrare un vecchio amico, trasferitosi ormai da anni a SoBe, per un aperitivo da Segafredo e una pizza incredibilmente buona su Lincoln Rd. Mall, la via dello shopping per eccellenza di questo pezzetto di Florida.
Per concludere la giornata abbiamo fatto un salto su Ocean Drive, fermandoci a fare due salti al Clevelander, un must di SoBe.
2° giorno - South Beach, North Beach e Biscayne Bay
La tentazione di iniziare la giornata come la precedente, con una colazione da 11th Street Diner, è stata forte. Ma abbiamo resistito, giusto per cambiare un po’, consapevoli del fatto che tanto, in quel posto, ci saremmo tornati ancora, eccome. L’alternativa è stata News Cafè su Ocean Drive e devo dire che anche in questo caso non ci è andata affatto male.
Con la pancia piena abbiamo deciso di dedicarci alle spese. Del resto, a Miami Beach mica ci si va per vedere i monumenti… Quali??? Per il nostro primo vero giro di shopping abbiamo optato per Collins Ave., nel tratto tra la 5th Street e l’8th Street.
Sistemati i pacchetti sulle bici a noleggio, siamo partiti senza una meta in direzione nord, pedalando sulla Collins fino all’incrocio con la lontana 65th Street, e poi da lì ci siamo trasferiti sul lungomare, fino all’incrocio con la 79th Street.
Baywatch @ North Beach
La Promenade è molto bella, da un lato hai l’oceano di un azzurro cristallino che non ci credi finché non lo vedi, dall’altro palazzi e residenze di lusso, piscine, palme: impressionante.
Al ritorno, abbiamo percorso nuovamente la Promenade e la Collins, ma poi una deviazione ci ha buttati (per fortuna!) sul Boardwalk: si tratta di una lunga camminata su di una passerella di legno che si snoda dall’altezza della 46th Street alla 21st Street. Il fascino di questa passeggiata, meno glamour di Sobe ma forse proprio per questo più autentica, è innegabile.
Hotel di lusso visto dal Boardwalk
Risaliti in bicicletta (sul Boardwalk non si può pedalare!) abbiamo letteralmente volato fino alla Marina di Miami Beach perchè lì, dopo poco, avevamo un appuntamento: quello con un gommone che ci avrebbe portati a fare un’escursione nella Biscayne Bay e ancora più in là, a vedere da vicino le palafitte di Stiltsville. L’escursione l’avevamo prenotata dall’Italia tramite il gruppo Viator, che a sua volta si è appoggiato alla locale Ocean Force Adventures. Tutto molto ben organizzato: guida simpatica e competente, ristrettissimo gruppo di turisti a bordo (eravamo in 4), imbarcazione comoda e sicura.
La gita è stata molto interessante ma al tempo stesso… deludente: per colpa del forte vento, infatti, non ci siamo spinti nè fino al faro di Key Biscayne nè a Stiltsville. La guida si è inventata un percorso alternativo che però, con tutta la buona volontà del caso, non è stato altrettanto figo. Comunque, abbiamo navigato attorno a Star Island e Fisher Island, rimanendo a bocca aperta nel vedere le ville sfarzose dei ricconi che le abitano, poi ci siamo diretti all’imbocco del Miami River tra Downtown e Brickell con l’esclusivissima Brickell Key che sorge proprio alla foce del fiume, e infine siamo tornati ancora in mare aperto direzione Virginia Key (dove c’è il Seaquarium) e Rickenbacker Causeway, il ponte che collega Key Biscayne con la terraferma.
Miami River @ Brickell
Fisher Island
Tornati con i piedi per terra, abbiamo concluso la giornata con un bel giro di negozi su Lincoln Rd. Mall e con una cena messicana… proprio sull’Espanola Way dove avevo detto che non avrei mai mangiato! Come volevasi dimostrare il cibo non è stato niente di che.
3° giorno - Downtown
Il terzo giorno della nostra vacanza a Miami purtroppo non è cominciato con una succulenta colazione, ma abbiamo preferito risparmiare tempo per la visita di Downtown. Quello che c’è da sapere, infatti, è che a Miami se ti muovi con i mezzi pubblici c’è da spararsi! Non c’è un’adeguata rete di metropolitane e gli unici collegamenti tra Miami Beach e la terraferma sono attraverso degli autobus che passano ogni morte di papa. Quindi devi armarti di pazienza e accettare, molto realisticamente, che a fine giornata avrai visto la metà delle cose che ti eri prefissato di visitare. Così è stato anche per noi.
Immancabile a Downtown e Brickell è un giro sul Metromover, una specie di metropolitana sopraelevata gratuita che ti permette di vedere dall’alto le vie che caratterizzano il centro economico e finanziario di Miami. Scesi a terra, abbiamo percorso a piedi Brickell Ave. dal Brickell Bridge fino alla 14th Street e poi siamo risaliti lungo S Miami Ave., fermandoci a mangiare qualcosa in una zona commerciale carina all’incrocio con la 9th Street: si chiama Mary Brickell Village e ospita diversi bar e ristoranti.
Avevamo sentito parlare bene di Calle Ocho e Little Havana, e così abbiamo deciso di andarci. Unico mezzo di trasporto possibile: il bus… ovvero un’odissea tra attese e lunghezza del tragitto! E sinceramente non ne è nemmeno valsa la pena, perché a parte qualche vecchietto che gioca a domino nel parchetto del quartiere e un paio di sculture in memoria della Revoluciòn, non c’è assolutamente niente da vedere.
La sfiga ha deciso poi di aggiungere il suo carico da 10 nella tappa successiva: Vizcaya Museum & Gardens. Siamo riusciti ad arrivarci con la metropolitana (ebbene sì, a Miami città esiste una linea della metropolitana!) ma siccome era martedì… il museo e i giardini erano chiusi. Peccato, da fuori prometteva così bene! La prossima volta sicuramente cercheremo di visitare la struttura.
Con un autobus ci siamo allora diretti verso uno dei due quartieri più belli della città, Coral Gables. Sì, quello del “famoso” Miracle Mile dello shopping, che in realtà ci è parsa una via decisamente anonima con pochi negozi e neppure belli. Per fortuna ci siamo subito rifatti gironzolando a piedi per le splendide vie della zona attraversata dalla Coral Way e costeggiate da villette deliziose, ma anche caratterizzate da un verde curatissimo e da una tranquillità fuori dal tempo. Greenway Dr., Granada Blvd. Andalusia Ave., De Soto Plaza, De Soto Blvd. e Valencia Ave. sono le strade che abbiamo apprezzato di più. Nel tour a piedi ci siamo imbattuti anche in Merrick House, nella curiosissima Venetian Pool e nel Biltmore Hotel. Un bellissimo giro che è valso sicuramente la lunga strada per arrivarci!
Venetian Pool
Biltmore Hotel
Con il nostro ormai collaudato autobus abbiamo deciso di dirigerci verso il Village at Merrick Park, un centro commerciale davvero incantevole (parlo da persona che mal sopporta i centri commerciali, ma questo è proprio bello). Lì regna un’atmosfera molto elegante e rilassata e il vero punto di forza è che praticamente non ci sono turisti! Ci siamo fermati a cena in un ristorante all’interno, portando a casa il ricordo di una serata davvero piacevole e di una carne alla griglia veramente ottima. Consigliato!
Village at Merrick Park
4° giorno – Le Keys e Key West
In una settimana a Miami è d’obbligo una gita alle Keys: ci si può andare in pullman, con i viaggi organizzati, ma anche comodamente in macchina con un bella gita fai-da-te (la benzina costa così poco che non ci si può credere!). E così anche per noi è arrivato il gran giorno, quello del noleggio auto e del viaggio verso Key West! Per la macchina avevamo prenotato da Dollar, all’altezza del 3801 di Collins Ave. Prezzi onesti e nessuna sorpresa. La strada verso l’arcipelago delle Keys è stata lunga ma abbiamo fatto diverse soste che hanno reso il viaggio molto disteso.
In viaggio lungo le Keys
Prima sosta a Islamorada per una fetta di Key Lime Pie al Midway Cafè: promossi a pieni voti sia il locale sia la torta!
Seconda sosta alla Robbie’s Marina: un mercatino a cielo aperto un po’ turistico ma dove sicuramente vale la pena fermarsi, anche solo per guardare le centinaia di pellicani che bazzicano sul molo.
Terza sosta ad Anne’s Beach, probabilmente la spiaggia più bella della zona.
Keys, Anne’s Beach ad Islamorada
Quarta sosta a Marathon per visitare il Crane Point Museum, un centro naturalistico molto selvaggio.
Quinta sosta alla Sombrero Beach.
Abbiamo poi girovagato in macchina per le strade di Big Pine Key e No Name Key per avvistare i tipici cervi (deers) che vivono su quelle isole (ne abbiamo visti parecchi e sono veramente dolcissimi!) e poi fatto una piccola fermata al laghetto Blue Hole per ammirare la sua popolazione: un sacco di tartarughe e due alligatori.
Keys, un tipico cervo di Big Pine Key
Quasi all’ora del tramonto siamo finalmente arrivati a Key West. Giusto il tempo di lasciare i bagagli nel nostro B&B Avalon (carino e dai prezzi più onesti che altrove, anche se un po’ fuori mano), e poi via a gustarci il tramonto in mezzo alla folla di Mallory Square. L’esperienza è stata bellissima ed emozionante proprio come avevamo letto sulle guide turistiche e sui vari siti web. Anche il giro per il porticciolo è stato piacevole.
Keys, tramonto a Key West in Mallory Square
Per cena ci siamo diretti da Half Shell Bar consigliati da qualcuno del posto. Questo locale tipico americano si trova all’incrocio tra Caroline St. e Margaret St. ma i piatti che serve, in tutta onestà, non sono un granché.
Dopo cena non abbiamo potuto sottrarci alla movida dell’isola, che si snoda lungo tutta la lunghissima, folcloristica e animatissima Duval St. Lì puoi incontrare veramente di tutto: gay, transessuali, studenti, turisti, coppiette, ragazzi ubriachi, ragazze in festa per un addio al nubilato, artisti di strada ecc.
La serata è scivolata via divertendoci prima al Green Parrot e poi da Sloppy Joe’s.
5° giorno – Key West e rientro a Miami
A Key West non c’è molto da vedere e anche le spiagge non sono certo il massimo della vita, ma c’è solo da gironzolare per godersi un tipico esempio di architettura coloniale caraibica, le Conch Houses, e respirare l’aria che sa di libertà tipica di questo luogo che sembra un mondo a parte rispetto al resto degli Stati Uniti.
Hemingway House, Little White House e Fort Zachary Taylor Historic Park (un forte su una spiaggia abbastanza accettabile) sono state le nostre mete principali. Hemingway House merita una visita, ne vale veramente la pena. Abbiamo anche camminato per le vie di Truman Annex, un quartiere con belle case (ad esempio in Front St. ed Emma St.).
Key West, Hemingway House, interno
Per pranzo avremmo voluto fermarci da Blue Heaven, attratti dalla musica dal vivo che arrivava dall’interno, ma era strapieno… Sicuramente un posto da segnarsi per un prossimo viaggio! L’alternativa lì vicino è stata talmente anonima da non ricordarmi nemmeno il nome.
Subito dopo mangiato ci siamo rimessi in viaggio per tornare verso Miami, effettuando qualche sosta anche lungo la strada del ritorno. In particolare per fare un bagno nella bella spiaggia del Bahia Honda State Park e per fare uno spuntino a base di pollo fritto (buono!) a Marathon, nella stazione di servizio Dion’s Gas Station.
Keys, Bahia Honda State Park
Rientrati a Miami abbiamo deciso di trascorrere l’ora della cena a Coconut Grove con il nostro solito amico ormai del posto. Per fortuna lui e la moglie erano muniti di macchina, altrimenti la trasferta da Miami Beach a Downtown sarebbe stata impraticabile in tempi brevi. Coconut Grove è il secondo quartiere residenziale più bello di Miami, e al centro vanta l’ennesimo centro commerciale carino, il Cocowalk. La cena da Lulu in Commodore Plaza è stata gradevole; il seguente giro in macchina a Key Biscayne per guardare di sfuggita le ville e i condomini lussuosi lo è stato altrettanto.
6° giorno – South Beach
Dopo tutto questo girovagare… ci siamo resi conto che non eravamo ancora stati a South Beach a fare le cose che fanno tutti: un giro su Ocean Dr., un bel po’ di sano shopping, un pasto “schifosamente succulento” a base di hamburger. Beh, il sesto giorno di vacanza lo abbiamo dedicato proprio a questo!
Innanzitutto non ci siamo fatti mancare la nostra ormai mitica colazione da 11th Street Diner. E poi via con le spese, prima su Collins Ave. (tra la 5th St. e l’8th St.) e poi su Lincoln Rd. Mall.
Dopo una rilassante visita del graziosissimo Botanical Garden, ci siamo diretti da Tap Tap per riempirci la pancia di specialità haitiane. Mai scelta fu più azzeccata! Il ristorante si trova su 5th St. quasi all’angolo con Meridian Ave. ed è particolarissimo, ma soprattutto serve pietanze gustosissime. Stra-consigliato!
Ristorante haitiano Tap Tap
Il pomeriggio lo abbiamo passato sonnecchiando in spiaggia sulla punta meridionale di SoBe.
L’immensa spiaggia di South Beach
E la cena… Beh, la cena è andata anch’essa alla grande grazie al buonissimo hamburger di Burger & Beer Joint su Bay Rd. all’incrocio con 18th St. Un po’ fuori mano ma… very good!
La serata si è conclusa allo Story, un club molto cool su Collins Ave. all’angolo con 1st St. Unica nota stonata: il prezzo del biglietto d’ingresso, assolutamente fuori da ogni logica (per l’uomo quasi 100 dollari, per di più senza consumazione, per la donna giusto qualche spicciolo in meno).
7° giorno – South Beach
Per il nostro ultimo giorno a SoBe, data l’ora tarda della sveglia niente breakfast da 11th Street Diner, ma un ultimo veloce giro di shopping su Collins Ave. (sempre tra la 5th St. e l’8th St., che poi è il pezzo con i negozi più belli) e poi un pranzo a base di ogni genere di porcheria da Big Pink su Collins Ave. all’angolo con 1st St. Oltre ad essere buone, le portate sono veramente enormi!
Giusto il tempo di digerire con una passeggiata su Ocean Dr., che il nostro amico è passato a prenderci in macchina e ci ha portati a fare un bel giro in quelle zone a nord di South Beach che altrimenti non avremmo potuto adocchiare perché un po’ distanti: North Beach, Bal Harbour, Sunny Isles, Surfside, Golden Beach e Aventura. Il litorale pullula di condomini lussuosi che si alternano ad edifici di uno standard un po’ più “umano” e in fondo, quasi al confine della Miami-Dade County, ci sono fantastiche ville sull’oceano. Abbiamo attraversato zone con campi da golf e osservato lo spettacolo di Pine Tree Dr., ovvero la parallela di Collins Ave. ad ovest del canale Indian Creek che è un susseguirsi di ville da rimanere a bocca aperta. Beati loro!!!
Condominio extra lusso a Golden Beach
E con questo si è conclusa una settimana a Miami, perché in serata ci siamo diretti all’aeroporto per rientrare in Italia, con la promessa che un giorno torneremo per visitare quello che ancora ci resta da vedere di questa parte della Florida, che non è poco: su tutto, le Everglades.